Renat Heuberger, CEO South Pole
Come alcuni di voi avranno visto, questa settimana è stata pubblicata un’inchiesta da The Guardian, Die Zeit e SourceMaterial, che critica l’approccio utilizzato per l’emissione di crediti di carbonio per i progetti REDD+ volti a prevenire la deforestazione. L’inchiesta fa riferimento a tre recenti studi che mettono in dubbio l’efficacia dei progetti di protezione delle foreste.
Negli ultimi giorni è nato un acceso dibattito tra gli esperti sulla questione e sul grado di fondatezza delle accuse.
Verra – attualmente lo standard globale più rilevante che certifica i progetti REDD+ – è stato pesantemente criticato. Tuttavia, in risposta alle argomentazioni d’inchiesta, Verra evidenzia che le conclusioni di questi studi sono “errate” e “sbagliano significativamente nel calcolo dell’impatto dei progetti REDD+”. Anche il promotore del progetto Everland, anch’esso citato, ha scritto una replica.
South Pole tiene in grande considerazione lo scrutinio sui mercati e sui progetti volontari del carbonio. Alla luce delle osservazioni contenute negli articoli, i nostri esperti riesamineranno tutti i nostri progetti REDD+, oltre al progetto REDD+ di Kariba che è già nella fase di revisione pianificata, e presenteranno i nostri risultati in un rapporto che darà conto in modo trasparente di qualsiasi criticità e dei dati di riferimento.
È ovviamente importante assicurarsi che i finanziamenti per il clima producano un impatto reale. È quindi giusto che il mondo accademico e i media esaminino se i crediti di carbonio stiano davvero fornendo un valore aggiunto e un impatto sociale positivo nel perseguimento dell’obiettivo di proteggere le foreste.
Tuttavia, è importante ricordare che siamo sottoposti a forti pressioni per sbloccare trilioni di euro per proteggere le foreste a livello globale. Come riporta lo stesso Guardian, solo nel 2021 sono stati abbattuti altri 7 milioni di ettari di foreste. Nessuno dubita che abbiamo urgentemente bisogno di mobilitare più risorse per affrontare il cambiamento climatico e che un elemento centrale di ciò è il rallentamento della deforestazione.
Il meccanismo REDD+ è attualmente l’unico strumento di finanziamento per la conservazione delle foreste su scala significativa e si sta dimostrando efficace nel proteggere le foreste e la biodiversità che altrimenti sarebbero già andate perse. Non abbiamo alcun meccanismo alternativo immediatamente disponibile e testato che sia migliore nel proteggere le foreste.
In attesa che i governi si facciano avanti per affrontare la crisi combinata del clima e della biodiversità, è positivo che il settore privato scelga volontariamente di investire in progetti che mantengono intatte le foreste originarie e che i prezzi dei crediti di carbonio abbiano finalmente iniziato a salire verso livelli che consentiranno di mantenere le foreste protette a lungo termine.
Ma ricordiamo che il mercato volontario del carbonio è ancora in fase iniziale e, mentre si espande, sperimenta dolori di crescita. Ci saranno dibattiti, ostacoli e costanti miglioramenti prima che raggiunga la maturità. Dovremo lavorare tutti insieme per assicurarci che il mercato volontario del carbonio operi nel modo più efficace possibile – incorporando i continui progressi della tecnologia, della metodologia e della scienza – e che i claim basati sull’uso dei crediti di carbonio siano fatti con integrità.
La redattrice ambientale del Guardian, Fiona Harvey, ha ragione quando scrive che alcuni progetti hanno avuto risultati contrastanti, “ma i fondi che raccolgono sono una parte vitale nella lotta contro la deforestazione”.
Non possiamo fermare l’autobus. Dobbiamo aggiustarlo mentre ci saliamo sopra, altrimenti non arriveremo mai a destinazione in tempo.
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