Skip to main content

Aprile 2022 – L’ultimo rapporto dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) sulla mitigazione climatica richiede un’azione urgente per ridurre le emissioni di gas serra entro il prossimo decennio, al fine di evitare un disastro ambientale senza precedenti.

Il nuovo rapporto arriva sulla scia dei due precedenti rapporti dell’IPCC che hanno esaminato le cause e gli impatti dei cambiamenti climatici, e richiama all’ordine le opzioni di mitigazione disponibili attraverso sistemi e settori che devono guidare l’azione climatica da qui al 2030. Il rapporto include anche alcuni aspetti sociali legati alla mitigazione, l’innovazione, la tecnologia, ed alle opportunità di mitigazione intersettoriale ed ai collegamenti e i compromessi tra mitigazione e adattamento. Questo nuovo rapporto dell’ONU è il terzo di tre documenti pubblicati negli ultimi otto mesi dall’IPCC.

I prossimi anni saranno cruciali per lo stato dei cambiamenti climatici in questo secolo“, ha detto il presidente dell’IPCC, Hoesung Lee.

Commentando il rapporto, Renat Heuberger, CEO di South Pole, ha detto:
La velocità con cui ci stiamo avvicinando a punti di non ritorno è sconvolgente. 1,5°C di riscaldamento globale non è un buon scenario per cominciare – e abbiamo prove angoscianti e drammatiche di un clima che continua a cambiare ogni giorno – ma per rimanere entro questo limite si richiede un’azione climatica molto più coraggiosa e veloce, a livello globale. Quello che i governi e le aziende stanno facendo oggi non è per niente vicino alla sufficienza, come si vede chiaramente dal rapporto IPCC sulla mitigazione che è stato pubblicato oggi.

Abbiamo bisogno di vedere azioni concrete da parte dei governi, delle aziende e della società civile in generale.

I maggiori emettitori devono cambiare drasticamente il loro modo di fare business per ridurre le emissioni. Ma questo richiede anche che gli utenti cambino il loro comportamento per fare pressione sui fornitori di energia per far sì che il passaggio dai combustibili fossili alle energie rinnovabili sia reale.

Le aziende devono diventare molto più brave nel determinare il prezzo delle esternalità – in questo caso, mettendo un prezzo più significativo sul carbonio, e facendolo velocemente. I mercati del carbonio possono offrire un modo concreto per chiudere il divario delle emissioni che minaccia la transizione – sia in termini di evitare le emissioni che di rimuoverle dall’atmosfera.
Per ottenere un cambiamento reale si necessita di una politica, e politici, disposti a rimuovere i sussidi ai combustibili fossi e reindirizzarli verso fonti di energia più pulite ed eque. Si richiede, inoltre, che le istituzioni finanziarie smettano di finanziare progetti legati ai combustibili fossili e guardino con attenzione agli investimenti che hanno già nei loro portafogli.

I governi devono guardare oltre e spingere per una rapida transizione verso un’energia pulita, sostenibile e moderna per non rischiare di mettere in pericolo gli obiettivi climatici dell’Accordo di Parigi. I paesi che sono ancora dipendenti dalle importazioni di combustibili fossili dovrebbero sedersi e prendere nota, se non l’hanno già fatto. I conflitti geopolitici a cui stiamo assistendo oggi sono una minaccia straziante e angosciante per il futuro benessere delle persone e del nostro pianeta, ostacolando i nostri sforzi per affrontare collettivamente la crisi climatica.

Philip Moss, direttore di Carbon Removal Markets a South Pole, ha aggiunto:
L’ultimo rapporto dell’IPCC indica un ‘five-alarm fire’ – non possiamo più aspettare per spegnerlo!

È sempre più chiaro che abbiamo bisogno di soluzioni concrete per affrontare la crisi climatica e raggiungere lo zero netto sotto 1,5 °C. Mentre le riduzioni delle emissioni e le rimozioni basate sulla natura devono ancora essere incrementate, non raggiungeremo gli obiettivi di Parigi senza sviluppare anche progetti tecnologici di rimozione del carbonio.
Per raggiungere questo obiettivo, sono necessari investimenti immediati in infrastrutture che possano rimuovere, trasportare e immagazzinare il carbonio in modo conveniente – senza compromettere l’integrità ambientale. Allo stesso tempo, dobbiamo stabilire degli standard credibili per il carbonio che diano fiducia al mercato e permettano alle aziende di generare le entrate di cui hanno bisogno per finanziare più progetti e contribuire al benessere delle comunità di tutto il mondo“.

Come sottolineato nel nuovo rapporto delle Nazioni Unite, i limiti di temperatura fissati dall’accordo di Parigi del 2015 – mantenere a 1,5°C o non più di 2°C il riscaldamento globale – rischiano di essere mancati poiché, anno dopo anno, le emissioni rimangono costantemente al di sopra del livello necessario per raggiungere questi obiettivi.

Il recente rapporto net-zero di South Pole mostra che nonostante sia aumentato il numero di aziende che si stanno impegnando seriamente per raggiungere l’obiettivo emissioni nette zero sempre meno aziende sono pronte ad agire ora. L’indagine ha rilevato che, nonostante una percentuale alta di aziende che lavorano attivamente per raggiungere target di riduzione in linea con la scienza, l’urgenza di affrontare i cambiamenti climatici sembra mancare: una su cinque (22%) ha fissato un obiettivo netto zero del 2040 o oltre, e il 40% di coloro che avevano o stavano considerando un obiettivo net-zero non ha fissato affatto una data specifica per raggiungere tali impegni.

Come avverte l’IPCC, se non agiamo ora, gli impatti dei cambiamenti climatici aumenteranno in modo allarmante sia per il commercio che per le comunità. È ora che le imprese intensifichino l’azione per il clima riducendo le emissioni all’interno e all’esterno delle proprie value chain, e investendo nell’adattamento al clima.

From ambition to action: start your climate journey today.
Dal 2022 Carbonsink fa parte del Gruppo South Pole : insieme più forti e uniti nell’azione per il clima.

FONTE South Pole
Versione originale dell’articolo