A CIBUS 2022 il convegno organizzato da Carbonsink sulle iniziative in corso e le opportunità di “Agire per il clima nella filiera agroalimentare”.
Maggio 2022 – Il settore agroalimentare rappresenta circa un terzo delle emissioni globali. Gli effetti dei cambiamenti climatici in corso stanno già colpendo la sicurezza alimentare a causa dell’aumento delle temperature, dei cambiamenti nell’andamento delle precipitazioni e nella maggiore frequenza di eventi meteorologici estremi. Una tendenza che andrà a rafforzarsi in futuro, se non si interviene per ridurre le emissioni di gas a effetto serra. La scienza del clima ha stimato che senza una decisa inversione di tendenza, il prezzo dei cereali può aumentare del 29% al 2050 a causa dei cambiamenti climatici.
Da questi dati l’urgenza di mettere al centro dell’agenda del settore il tema di come affrontare e arginare gli impatti dei cambiamenti climatici. Lo hanno fatto esperti, accademici e aziende dell’agroalimentare all’interno del XII Salone dell’alimentazione di Parma, sotto l’egida di Carbonsink, società di consulenza leader in Italia nella progettazione di strategie climatiche, da gennaio 2022 parte del gruppo internazionale South Pole.
“Di fronte alle sfide poste dai cambiamenti climatici in atto, il settore ha l’opportunità storica e le capacità di passare da net carbon emitter a net carbon sink, ovvero di rimuovere le emissioni dall’atmosfera invece che di produrle” ha spiegato Davide Tonon, Technical Lead di Carbonsink per le strategie climatiche nella filiera Food & Agro.
Tonon nel corso del convegno ha espresso ottimismo, raccontando come negli ultimi anni tra le aziende più innovative si stia assistendo a un positivo cambio di paradigma: “Prima chi misurava la carbon footprint lo faceva per il report di sostenibilità, oggi si parte dalla misurazione per mettere a terra progetti ambiziosi di strategia climatica”.
Le strategie climatiche più adatte al mondo food si basano su passaggi chiave (Misura, Riduci, Compensa) e integrano l’utilizzo di standard riconosciuti per la misurazione, linee guida specifiche che riconoscono il ruolo fondamentale della filiera e guidano verso approcci di agricoltura rigenerativa, l’affiancamento di strumenti di compensazione come i crediti di carbonio certificati, per poter fin da subito contribuire a progetti con impatto positivo per gli ecosistemi e le comunità locali.
“Per coinvolgere l’agricoltura nella sfida dei cambiamenti climatici sarà fondamentale considerare anche i meccanismi economici, aggiunge Tonon. Tante iniziative sono in corso anche a livello di policy, per esempio l’iniziativa su carbon farming dell’Unione Europea”. La nuova Carbon Farming Initiative della Commissione europea, prevista entro la fine dell’anno, prevede schemi di remunerazione per promuovere pratiche agricole che favoriscono l’assorbimento del carbonio nei suoli..
Al convegno hanno partecipato oltre a Davide Tonon, Vitaliano Fiorillo, professore di Management in Bocconi e direttore di AgriLab, Fabiana Marchini, Head of Sustainability di Sanpellegrino (Nestlè Waters), Davide Rocca, responsabile agronomico, Consorzio Casalasco del Pomodoro, Luca Travaglini, co-fondatore di Planet Farms. Il dibattito è stato moderato dalla giornalista del Corriere della Sera Alessandra Puato.