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Settembre 2020 – Recentemente in una call di presentazione di Carbonsink, con un importante gruppo industriale italiano, parlando di Carbon Neutrality e Net-zero ho ricevuto questa domanda:

“Mi scusi ma alla fine le aziende che seguono questi percorsi lo fanno per fini etici, non c’è una norma che li obbliga?”

Non vi nascondo che amo questa domanda perché mi dà la possibilità di spiegare un concetto che ritengo fondamentale: oggi avere una strategia concreta sui cambiamenti climatici e dei target sfidanti di decarbonizzazione non lo richiede la legge ma i tuoi stakeholders (investitori, clienti..ecc.).

Stiamo parlando di una potente combinazione di politica, pressione da parte dei regolatori finanziari, investitori, consumatori e forze di mercato che in maniera inesorabile spinge le aziende a impegnarsi per obiettivi di zero emissioni di carbonio.

Oggi organizzazioni che rappresentano una capitalizzazione di mercato combinata di oltre 11 trilioni di dollari USA sono entrate a far parte della Task Force on Climate-Related Financial Disclosures (TCFD) del Financial Stability Board.

In Europa, il Green Deal dell’UE propone di sancire per legge la necessità per tutti i settori dell’economia di passare a emissioni nette zero entro il 2050, e la tassonomia della finanza sostenibile dell’UE mira a fornire un quadro chiaro per gli investitori con riferimento a questo obiettivo. E stiamo assistendo al rapido sviluppo di indici a basse emissioni di carbonio e strategie climatiche Value at Risk nei mercati finanziari (di cui parleremo più avanti).

In questo contesto stiamo assistendo ad una accelerazione da parte delle imprese nella definizione di obiettivi e metriche relative al clima, questo perché i processi di decarbonizzazione sono lunghi, richiedono tempo e investimenti; quindi, non avere una visione di lungo periodo e non saper anticipare future normative mette a rischio l’impresa e la sua capacità di restare profittevole nel futuro.

Le evidenze confermano che le imprese nella A list di CDP sono leader nei loro settori di riferimento e molto spesso queste imprese hanno obiettivi di Carbon Neutrality e Net-zero.

Queste aziende sono sempre più interessate a compensare le emissioni residue, il che potrebbe consentire loro, nella transizione verso Net-zero, di raggiungere una percentuale significativa di obiettivi e al tempo stesso di avere il tempo necessario per portare avanti le attività di ricerca e sviluppo e gli investimenti tecnologici fondamentali per una robusta decarbonizzazione endogena delle loro attività principali.

Ritornando alla domanda iniziale oggi nel contesto del cambiamento climatico è evidente che non servono leggi e governi per spingere le imprese e ne è una dimostrazione il rallentamento dei Negoziati a Katowice e a Madrid (COP24-COP25), dove le evidenti difficoltà dei governi nel trovare un accordo sulle regole sull’Accordo di Parigi è contrapposta a una sempre più forte leadership del settore privato che in maniera inesorabile anche senza una chiarezza sulle regole va avanti con impegni sempre più sfidanti.

Andrea Maggiani, Managing Director Carbonsink