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Come accelerare la decarbonizzazione del settore che muove l’economia

Non possiamo contrastare i cambiamenti climatici senza decarbonizzare il settore della logistica e dei trasporti, industria che da sola genera l’11% delle emissioni globali di gas a effetto serra. Struttura fondante delle maggior parte delle attività economiche, negli ultimi cinquant’anni il settore ha visto un’enorme espansione, permettendo una rapida crescita economica in senso globale e sviluppando modalità di mobilità merci e passeggeri sempre più veloci e interconnesse. A questa crescita esponenziale corrisponde però la curva in salita delle emissioni, più ripida rispetto ad altri settori, data la forte dipendenza del settore dal petrolio, che fornisce ancora oltre il 90% dell’energia utilizzata. La crescente domanda di trasporti e soluzioni logistiche sempre più rapide e a lungo raggio, cifra di una società globalizzata, porta la logistica a essere un’industria la cui impronta carbonica è attualmente in aumento. È chiaro che gli sforzi attuati per la decarbonizzazione in altri settori non porteranno ai risultati sperati senza azioni concrete parallele sulle reti logistiche e dei trasporti.

Dalla crisi un’opportunità per accelerare

L’intensificarsi delle crisi globali legate ai cambiamenti climatici, la pandemia e le tensioni geopolitiche con conseguenti alterazioni del mercato energetico possono sembrare una battuta d’arresto per il movimento low carbon, che solo qualche anno fa prendeva rapidamente forma e slancio. In realtà, la scossa che le crisi hanno dato alla nostra società è stata fondamentale a rivelare la vulnerabilità e l’importanza delle catene di fornitura e come esse siano essenziali per il funzionamento di qualsiasi struttura sociale e economica. Il progresso e lo sviluppo passano dai complessi ingranaggi della logistica e vanno alla sua velocità. «Uno dei principali motori dell’economia italiana e internazionale, la logistica è anche uno dei settori più impattanti sul clima. Questo duplice status ne determina l’inequivocabile responsabilità di azione e, al tempo stesso, l’enorme potenziale di cambiamento di un’industria alla base dello sviluppo economico» ha spiegato Francesco Taddei, Sales & Key Account Manager di Carbonsink La necessità di decarbonizzare la logistica è apparsa sempre più evidente durante la crisi in corso. I macro trend sono positivi e stanno andando – anche se troppo lentamente – nella giusta direzione, sia dal punto di vista normativo che volontario, rispondendo a un’esigenza che coinvolge aziende, investitori, consumatori e società civile. Una conferma di questa ripresa di slancio arriva in questi giorni anche dalla Banca Centrale Europea che prevede di decarbonizzare gradualmente il proprio portafoglio di obbligazioni societarie, integrando il climate change nella politica monetaria e allineando le attività agli obiettivi dell’Accordo di Parigi. Se alziamo lo sguardo e contempliamo la big picture, vediamo che quella che ci era sembrato un regresso nel percorso verso il low carbon è in realtà un intervallo, una pausa tecnica che diventa trampolino di lancio per accelerare un’azione trasversale e coordinata, azione peraltro già avviata in senso internazionale.

Carbonsink, società leader nella definizione di strategie di decarbonizzazione e gestione dei rischi climatici, riassume in cinque passi il percorso verso il net zero, una strada che inizia definendo la strategia climatica integrata al core business

Un settore in movimento

Soprattutto a partire dall’Accordo di Parigi nel 2015 e la definizione dell’Agenda 2030 di Sviluppo delle Nazioni Unite, si sono intensificati gli impegni di aziende e paesi volti alla riduzione dell’impatto ambientale e allineati a framework internazionali sempre più strutturati per limitare l’aumento delle temperature globali a 1.5°C rispetto a livelli pre-industriali. Strumenti fondamentali per raggiungere questi obiettivi sono i Nationally Determined Contributions (NCDs) – strategie nazionali volontarie di decarbonizzazione, che propongono roadmap nazionali per ridurre le emissioni in maniera trasversale. Se nel 2015 solo l’8% delle NDCs proposte conteneva un target concreto di riduzione delle emissioni per il settore trasporto, questa cifra è raddoppiata nel 2021. Il ruolo del settore trasporti nel contesto delle emissioni carboniche è emerso in maniera chiara anche alla scorsa conferenza internazionale sul clima COP26 di Glasgow, dove diversi stakeholder, compresi governi, settore privato, amministrazioni locali, investitori e istituzioni finanziarie, hanno formalizzato l’impegno collettivo di raggiungere 100% emissioni zero nell’industria del trasporto entro il 2040. L’obiettivo è molto ambizioso e rappresenta un segnale deciso rispetto alla presa di coscienza e volontà di cambiamento di uno dei settori attualmente più inquinanti. Gli stakeholder della logistica si stanno allineando attraverso entità coordinanti come l’Organizzazione Marittima Internazionale (Imo) e l’Organizzazione Internazionale dell’Aviazione Civile, che si propongono come punti di riferimento per un’azione di settore coordinata. Anche l’Unione Europea ha inserito l’obiettivo di emissioni nette zero nella strategia 2050, con un target di riduzione del 90% per il settore dei trasporti. Tra le azioni previste, aumentare l’efficienza sfruttando le tecnologie digitali, accelerare la diffusione di energie a basse emissioni (biocarburanti avanzati, elettricità, idrogeno e combustibili sintetici rinnovabili), e accelerare la transizione verso veicoli e tratte a emissioni nette zero. Sempre nel contesto del Green Deal europeo si inserisce l’allargamento al settore trasporti del mercato europeo dei crediti di carbonio (Ets), un sistema di scambio di quote di emissioni che costringe grandi aziende inquinanti ad acquistare crediti di carbonio per compensare le loro emissioni. L’allargamento dell’Ets al settore trasporti rappresenta un ulteriore passo per regolamentare le emissioni di un’industria hard to abate, ossia la cui transizione presenta oggi evidenti sfide sia di tipo tecnologico che di costi, e per cui la compensazione rimane uno strumento chiave nel percorso verso la decarbonizzazione.

L’importanza di una strategia climatica

Nonostante il progresso e le molteplici iniziative del settore, le complessità rimangono e spesso le aziende della logistica fanno fatica a sentirsi parte della transizione verso un’economia decarbonizzata, pur essendone il vero e proprio motore. Una roadmap chiara, fatta di soluzioni concrete e implementabili lungo la catena operativa della logistica, diventa quindi fondamentale per coinvolgere le aziende. Carbonsink, società di consulenza leader in Italia nella definizione di strategie di decarbonizzazione net-zero e gestione dei rischi climatici per le imprese, dal 2022 parte di South Pole, riassume in cinque passi fondamentali il percorso aziendale verso il net zero, una strada che deve necessariamente cominciare con la definizione di una strategia climatica integrata al core business.

  1. MISURA – Primo passo di qualsiasi strategia climatica è la misurazione. Per capire dove ci si trova, anche rispetto ad altre aziende dello stesso settore, il calcolo puntuale della propria impronta carbonica è fondamentale e deve comprendere tutte le emissioni dirette e indirette riconducibili all’azienda. Solo quando si ha chiarezza su dove ci si trova, si può definire una meta e decidere come raggiungerla.
  2. DEFINISCI – Definire un target di riduzione basato sulla scienza è il secondo passo di questa roadmap, necessario per identificare gli interventi di riduzione implementabili nel breve e lungo periodo.
  3. RIDUCI – Esistono interventi puntuali e implementabili oggi lungo la filiera produttiva per ridurre le emissioni di un’azienda. Data la massiccia dipendenza del settore logistica da energia derivante da fonti fossili, una delle azioni fondamentali su cui accelerare è il passaggio a energia rinnovabile o soluzioni elettriche. Altri interventi più low cost vanno dal miglioramento del design delle navi e dell’aerodinamicità degli aerei, allo sviluppo di veicoli da strada più efficienti, fino a soluzioni di instradamento intelligente e innovazioni digitali.
  4. COMPENSA – Le emissioni non riducibili possono essere compensate attraverso l’acquisto di crediti di carbonio certificati, generati da progetti ad alto impatto ambientale e sociale, che rimuovono o evitano l’emissione in atmosfera di un quantitativo equivalente di CO2. La compensazione è chiave soprattutto per i settori hard to abate come la logistica, dove i costi troppo elevati e i gap tecnologici, non permettono al momento di ridurre tutte le emissioni.
  5. COMUNICA – Comunicare agli stakeholder il proprio impegno e i risultati è fondamentale per consolidare la reputazione e stabilire un rapporto basato sulla trasparenza con investitori e consumatori sempre più attenti alle tematiche green. Strumenti di rendicontazione come il rating Cdp sono utili sia per comunicare agli investitori informazioni relative al percorso di sostenibilità aziendale, evitando il greenwashing, sia come strumento di confronto con aziende operanti nello stesso settore, anche in ambito internazionale.

Insieme alla logistica verso un futuro net-zero

La strada verso un’economia net zero è lunga e complessa, ma l’impegno di aziende, organismi governativi, investitori, ricercatori e società civile è tangibile e ci sta portando nella direzione giusta. In virtù delle sue interconnessioni con i settori produttivi, la logistica esemplifica la necessità di un’azione trasversale e multi-settoriale per il clima, dove tutti avanzano in maniera organica e verso un obiettivo comune. Le scelte logistiche di filiera sono un ambito chiave su cui i settori produttivi possono agire per ridurre le emissioni. Le azioni climatiche che l’industria della logistica porta avanti, dunque, possono avere forti ripercussioni positive lungo le catene economiche in cui si inserisce, confermando l’enorme potenziale di cambiamento di un settore che può davvero guidarci verso un futuro net-zero.

“La strada verso un’economia net zero è lunga e complessa, ma l’impegno di aziende, organismi governativi, investitori, ricercatori e società civile è tangibile e ci sta portando nella direzione giusta.”

Carbon Neutral Logistics

Per supportare le aziende italiane del settore logistica nell’attività di compensazione della propria impronta carbonica, Carbonsink ha sviluppato il programma Carbon Neutral Logistics. Il programma permette agli associati ALIS e ai loro clienti di calcolare le emissioni di gas serra dei trasporti e bilanciarle tramite crediti di carbonio certificati da standard internazionali. Questo garantisce la riduzione o rimozione delle emissioni e un contributo concreto a progetti internazionali di tutela degli ecosistemi, sviluppo delle rinnovabili e dell’efficienza energetica. «Una delle necessità riscontrate da Carbonsink nel nostro lavoro con il settore logistica» ha affermato Francesco Taddei, Sales & Key Account Manager, Carbonsink «è quella per le aziende di conoscere l’impatto delle emissioni legate alle proprie operazioni. Abbiamo così creato Carbon Neutral Logistics, uno strumento che risponde a questa necessità, disponibile per gli associati ALIS che intendono implementare una strategia climatica solida».

 

L’articolo è stato pubblicato su ALIS Magazine.
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