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Il mercato volontario del carbonio rappresenta oggigiorno una realtà economica fondamentale per imprese, privati ed istituzioni, che vogliono dimostrare il proprio impegno e volontà nel contrastare il cambiamento climatico.

Come sostenuto da Dirk Forrister, CEO di IETA, l’organizzazione no-profit nata nel 1999 proprio per supportare le aziende impegnate nel mercato del carbonio, grazie ad  una politica internazionale ed uno schema condiviso per consentire di ridurre le emissioni di gas ad effetto serra al minor costo possibile, “I mercati del carbonio ben progettati sono fondamentali per qualsiasi ambiziosa risposta ai cambiamenti climatici”.

Ed ha continuato dicendo che “il mondo ospita una miriade di sistemi di scambio delle emissioni, che stanno già riducendo l’inquinamento e guidano le innovazioni – è essenziale che i governi si muovano rapidamente per finalizzare le regole dell’Accordo di Parigi”.

Allo stesso tempo i principali attori volontari del mercato volontario continuano ad esplorare e a trovare nuovi modi per generare e vendere le riduzioni delle emissioni, integrando le attività dei loro progetti con obiettivi di sviluppo sostenibile più ampi.

La grande sfida al cambiamento climatico ha imposto al mondo delle imprese, e non solo, di rivalutare ed immaginare nuovamente (e diversamente) il ruolo della compensazione volontaria, fondamentale per generare i finanziamenti necessari alla protezione del clima e per dare un reale contributo agli obiettivi di sviluppo sostenibile.

Perché compensare?

Sappiamo oramai benissimo che la salute del nostro pianeta e la lotta al cambiamento climatico dipende da ognuno di noi, e che la tematica non è più confinata ai grandi meeting internazionali del settore o al mondo tecnico-scientifico, ma è diventata tematica all’ordine del giorno per le aziende di tutto il mondo.

Sono sempre di più le aziende che si muovono verso la cosiddetta Carbon Neutrality e fanno passi da gigante passando ad energie più pulite, riducendo gli sprechi e trovando altre soluzioni innovative per ridurre il proprio impatto ambientale.

È proprio quando la riduzione delle proprie emissioni diventa fisicamente impossibile o finanziariamente irrealizzabile, che si parla di compensazioni (Carbon Offset): ovvero unità misurabili, quantificabili e tracciabili delle riduzioni delle emissioni di gas a effetto serra (GHG).

Al centro del sistema volontario ci sono quindi i crediti di carbonio. Il valore economico dell’investimento volontario da realizzare per compensare l’emissione prodotta viene quindi calcolato in relazione al prezzo di mercato dei crediti di carbonio. Valore quest’ultimo variabile nel tempo e condizionato da molteplici aspetti: è di questi giorni la notizia che il costo delle emissioni di combustibili fossili è salito al livello più alto in Europa, si sono superati i 25 euro ($ 29). Oggi più che mai definire un corretto carbon pricing è fondamentale in ogni azienda anche per quelle non in ETS.

Il Carbon Pricing è diventato uno strumento chiave per integrare i rischi associati al Climate Change nelle strategie di un’impresa. Infatti, sono sempre di più le imprese che hanno deciso di utilizzare volontariamente il Carbon Pricing nelle strategie interne senza aspettare che il loro settore entri a fare parte di quelli regolamentati.

Tutti i benefici dei Carbon Offset

Secondo il nuovo rapporto pubblicato da Ecosystem Marketplace, l’iniziativa della ONG Forest Trends, la fornitura di crediti di carbonio su mercati volontari ha raggiunto nel 2017 il massimo storico di 62,7 milioni di tonnellate di biossido di carbonio equivalente (MtCO2e), mentre sono stati acquistati e ritirati 42,8 milioni di tonnellate di offset di CO2e.

Gli sviluppatori di progetti possono impiegare una varietà di attività per produrre offset: dall’installazione di infrastrutture di energia rinnovabile come turbine eoliche o pannelli solari, alla piantumazione di alberi che rimuovono e immagazzinano carbonio dall’atmosfera. Le compensazioni volontarie vengono prodotte in ben 83 paesi in tutto il mondo e, per la maggior parte, possono essere scambiati liberamente tra acquirenti e venditori nello stesso o in paesi diversi. Alcuni paesi, come il Regno Unito e la Corea del Sud, hanno mercati interni gestiti dal governo che incoraggiano le imprese e le persone ad acquistare compensazioni prodotte localmente.

I volumi di offset emessi, negoziati e ritirati sono metriche importanti per determinare le dimensioni del mercato, ma nessuno di essi è un indicatore completo delle riduzioni complessive delle emissioni e dei benefici climatici raggiunti dai progetti nel mercato volontario.

Dal momento che lo scambio di compensazioni volontarie di carbonio ha preso il via alla fine degli anni 2000, i progetti di carbone volontari hanno contribuito a ridurre, sequestrare o evitare oltre 437,1 MtCO2e. Ma questo è ancora solo una goccia nel mare rispetto all’azione globale necessaria per contrastare il cambiamento climatico.

Le compensazioni volontarie devono essere considerate un vero e proprio mezzo in grado di accelerare il ritmo della decarbonizzazione all’interno delle varie realtà economiche.