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Aprile 2022 – L’agricoltura: è responsabile dal 18 al 20% delle nostre emissioni annuali di CO2 e può avere gravi conseguenze a lungo termine per la biodiversità, i servizi ecosistemici e la sicurezza alimentare.

Ma l’agricoltura rigenerativa può aiutare questo settore a voltare pagina. Il sistema agricolo viene riprogettato in modo da lavorare per e con la natura. I certificati di carbonio dei progetti di agricoltura rigenerativa certificati permettono alle organizzazioni di affrontare la loro impronta ambientale e forniscono flussi di reddito alternativi agli agricoltori che stanno implementando tecniche agricole di miglioramento del suolo.

L’agricoltura ha una cattiva reputazione sul fronte delle emissioni. Occupa la metà della terra abitabile del mondo e rappresenta oltre il 10% delle emissioni globali annuali – ma cosa succede se la soluzione ai cambiamenti climatici è sempre stata sotto i nostri piedi?

Il potenziale per convertire i terreni agricoli in pozzi di carbonio è enorme. A livello globale, la materia organica del suolo contiene quasi quattro volte più carbonio dell’atmosfera o della vegetazione terrestre!

Ci sono molti benefici nell’adozione di tecniche di agricoltura rigenerativa – che si tratti di ridurre le concentrazioni di CO2 nell’atmosfera, aumentare la sicurezza alimentare, creare resilienza al cambiamento dei modelli meteorologici, o contrastare la perdita di biodiversità. Ciò di cui abbiamo bisogno oggi è una rivoluzione agricola (rigenerativa) e un maggiore coinvolgimento da parte delle imprese per sostenere gli agricoltori ad un passaggio verso le nuove pratiche.

Molte tecniche agricole convenzionali contribuiscono al riscaldamento globale e danneggiano gli ecosistemi

Quasi la metà della terra coltivabile del nostro Pianeta è stata convertita in coltivazioni, pascoli e terre da pascolo. Spinta dalla scala e dai costi più bassi, l’agricoltura intensiva ha avuto gravi impatti sui nostri ecosistemi naturali. La coltivazione eccessiva, l’uso smisurato di input chimici e le monocolture stanno contaminando e impoverendo le fonti d’acqua, causando l’erosione del suolo e, in alcuni casi, distruggendo interi habitat naturali. In effetti, l’agricoltura è una delle maggiori minacce alla biodiversità terrestre: delle 32.000 specie considerate oggi a rischio d’estinzione ed inserite nella Lista Rossa dell’IUCN, oltre 29.000 di esse sono minacciate prevalentemente dall’agricoltura.

Gli studi dimostrano che i suoli hanno perso tra il 50% e il 70% del carbonio che avevano una volta. Questa è una brutta notizia per la concentrazione di CO2 nell’atmosfera, ma il carbonio è anche l’elemento centrale della fertilità del suolo. Solo negli ultimi 40 anni, la terra fertile e coltivabile del mondo è diminuita di un terzo. Con la popolazione globale destinata ad aumentare, continuare a coltivare come fatto fino ad oggi ci pone diverse domande: le generazioni future avranno abbastanza cibo? Qual è la soluzione?

L’agricoltura rigenerativa: il nuovo movimento con un impatto ambientale netto positivo

Le nuove tecniche che affrontano queste crisi causate e affrontate dal settore agricolo stanno lentamente guadagnando importanza, e vengono chiamate attività e tecniche di “agricoltura rigenerativa”. Anche se non esiste una definizione univoca del termine, in generale si riferisce all’agricoltura che si concentra sulla costruzione di terreni sani e ricchi di carbonio, migliorando la biodiversità e massimizzando il sequestro, in modo che le aziende agricole siano in grado di produrre cibo di alta qualità e ricco di nutrienti – il tutto avendo un effetto positivo sull’ambiente.

Molte delle comuni pratiche agricole rigenerative sono basate su metodi tradizionali che sono stati usati per migliaia di anni, tra cui:

  • ridurre con l’obiettivo di eliminare il disturbo del suolo (tillage),
  • interrompere l’uso di pesticidi e fertilizzanti sintetici,
  • massimizzare la copertura del suolo attraverso le radici vive e la pacciamatura,
  • migliorare la biodiversità e la rotazione delle colture abbandonando le monocolture,
  • combinando l’allevamento di bestiame con colture e alberi in sistemi agroforestali o silvopastorali.

Come possiamo integrare più rapidamente l’agricoltura rigenerativa?

Gli agricoltori di tutto il mondo stanno riconoscendo i benefici dell’agricoltura rigenerativa, ma come possiamo accelerare l’azione?

South Pole ha lanciato un progetto pionieristico con Soil Capital, una società di agronomia indipendente che mira a guidare la trasformazione delle attuali pratiche agricole e a ripristinare la salute del suolo nelle aziende agricole di tutta Europa (a partire da Belgio e Francia). Questo progetto è il primo del suo genere e il primo progetto internazionale in Europa. Il programma collabora con gli agricoltori per analizzare le azioni più importanti che miglioreranno la loro redditività e il loro impatto sui gas serra. Quando le aziende agricole passano all’agricoltura rigenerativa, la loro terra passa dall’essere un emettitore netto di gas serra al sequestro di carbonio: in altre parole, diventa un pozzo di carbonio. La riduzione o il sequestro delle emissioni di CO2 è misurato e verificato da una terza parte in linea con i requisiti dello standard internazionale ISO 14064-2, e porta al rilascio di certificati di carbonio.

Dal 2022 Carbonsink fa parte del Gruppo South Pole: insieme più forti e uniti nell’azione per il clima.

From ambition to action: start your climate journey today. 

FONTE South Pole
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