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Dicembre 2019 – Carbonsink è presente alla COP25 di Madrid, una grande opportunità per affermare il Voluntary Carbon Market (VCM) come strumento essenziale per il raggiungimento degli obiettivi dell’Accordo di Parigi e di Net Zero Emissions al 2050, grazie al contributo delle aziende private.

Al termine della prima settimana sono emersi tre aspetti particolarmente importanti: il primo riguarda la definizione delle regole di funzionamento dell’Articolo 6 dell’Accordo di Parigi; il secondo vede la crescita dell’impegno da parte delle imprese private tramite Science Based Target Initiative; il terzo è la forte crescita della domanda di crediti di carbonio, in particolare generati da progetti “nature-based” come i REDD+.

L’Articolo 6 dell’Accordo di Parigi è essenziale per il raggiungimento degli obiettivi di lungo termine. Infatti, attraverso la cooperazione, le Parti possono trarre vantaggio dall’efficienza e dai risparmi derivanti dagli approcci di mercato. Dopo la delusione della COP24 di Katowice, c’è grande attesa che le Parti stabiliscano regole chiare e trasparenti per l’implementazione dell’Articolo 6, e che diano maggiori certezze alle aziende private e agli operatori del settore. Purtroppo i primi giorni di negoziazione hanno portato pochi progressi e il testo rimane sostanzialmente indefinito. Il calendario degli incontri sarà ancora molto fitto nei prossimi giorni.

Nonostante l’incertezza, crescono le iniziative da parte del settore privato, con numerosi annunci di investimenti in strategie di mitigazione. Molti gli spunti dai side-event organizzati da CDP, di cui Carbonsink è unico partner in Italia dal 2017.

In particolare, l’iniziativa volontaria Science Based Target Initiative (SBTi) si sta affermando come un punto di riferimento per le aziende che vogliono definire target di riduzione allineati con la scienza per il mantenimento dell’aumento di temperatura al di sotto di 1,5°C. L’iniziativa, lanciata nel 2015, oggi vede circa 700 aziende che hanno dichiarato il proprio commitment, di queste 285 hanno già definito target ufficialmente approvati da SBTi. Sempre di più le aziende che puntano all’obiettivo “Net Zero Emission” entro il 2050, grazie al contributo dei progetti di “removals” per le emissioni non eliminabili. Il raggiungimento di una massa critica di aziende, che faccia di SBTi un modello di riferimento per le imprese private, non è più così lontano.

In linea con questa tendenza il report “Financing Emissions Reductions for the Future – State of the Voluntary Carbon Markets 2019” presentato in anteprima dall’organizzazione indipendente Ecosystem Marketplace durante il workshop di ICROA (International Carbon Reduction & Offset Alliance).

Dopo alcuni anni di sofferenza, il mercato dei crediti di carbonio ha raggiunto i 100 milioni di ton CO2 nel 2018. I progetti REDD+ hanno dato un contributo fondamentale, con una crescita del 187%, da 10.6 MtCO2e nel 2016 a 30.5 MtCO2e nel 2018. Le aspettative per i prossimi anni vanno ben oltre i dati presentati, considerato l’ulteriore aumento di domande già registrato nel 2019. Le proiezioni indicano una crescita fino a 1 miliardo tCO2e nei prossimi 5-10 anni. Di sicuro sarà necessario un forte impegno per lo sviluppo di nuovi progetti, secondo i migliori standard di qualità per l’ambiente e per le comunità locali.

COP25 è ancora all’inizio, la seconda settimana sarà ancora ricca di nuovi round negoziali e nuovi eventi, anche con il contributo di Carbonsink.

Guido Alfani, General Manager Carbonsink